Dal 1 luglio 2022 scatta l'obbligo di fatturazione elettronica per i contribuenti in regime forfettario. 

La misura è stata approvata in Consiglio dei Ministri (Cdm) il 13 aprile 2022. L'obbligo però non coinvolgerà tutti i forfettari; infatti rimarranno esclusi dall'obbligo i forfettari con reddito entro i 25mila euro, almeno fino al 2024 (secondo gli ultimi aggiornamenti). Le sanzioni non scatteranno subito, ma vi sarà un periodo transitorio per il terzo trimestre del periodo d’imposta 2022.

 Per emettere le fatture elettroniche occorre innanzitutto consultare il proprio commercialista; questi potrà aiutare direttamente sostituendosi al soggetto interessato, se le fatture emesse sono poche (tipo 20-30 fatture emesse annue); altrimenti serve avere un software in grado di codificare la fattura in linguaggio XML (il formato richiesto dalla normativa) e di inviarla al Sistema di Interscambio (SdI).
Esistono molti software sul mercato, alcuni gratuiti ma essenziali come il Software di compilazione fornito dalla Agenzia Entrate (che pero’ sconsigliamo) oppure software a basso costo o ancora software piu’ completi.

Poi bisogna compilare la fattura elettronica: alcuni campi sono uguali a quelli delle fatture cartacee, altri sono diversi. Infine, è necessario apporre la firma digitale e inviarla al SDI (sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate).

All'inizio la procedura può sembrare complicata, ma poi diventerà piu’ agevole.

Per la ricezione delle fatture elettroniche, questa puo’ avvenire:

  • nella casella PEC
  • nell'area riservata del sito web dell’Agenzia delle entrate
  • nel software di fatturazione, dove le puoi gestire insieme alle fatture inviate, in modo veloce e ordinato.

Le fatture elettroniche vanno conservate digitalmente per 10 anni. Si tratta di un processo regolamentato tecnicamente dalla legge che permette di conservare le fatture in modalità digitale e poterle rivedere.
Non bisognerà più stampare e archiviare le fatture nei faldoni e annullerai il rischio di perderle o danneggiarle.  Alcuni software mettono in automatico le fatture inviate e ricevute in conservazione digitale.

Ricordiamo poi che i forfettari sono esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica, tranne che verso la Pubblica Amministrazione.

Infatti, dal 2015:

  • i Ministeri, Agenzie Fiscali ed Enti Nazionali di Previdenza,
  • tutte le PA (comprese le scuole, le Università, i Comuni, le Regioni, le Camere di Commercio, le Aziende Sanitarie, ecc.),

non possono accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea, né procedere al pagamento, nemmeno parziale, di documenti non trasmessi in forma elettronica. L’opportunità di stringere relazioni commerciali con la Pubblica Amministrazione spinge molti contribuenti in regime forfettario ad iniziare ad emettere fattura elettronica e ad utilizzarla anche con le aziende e con i privati.

Pertanto, una volta interpellato il proprio commercialista di fiducia e compreso se si puo’ essere aiutati da lui per l’emissione di un numero limitato di fatture elettroniche  (25-30 fatture eme sse annue) occorre poi , se il numero è maggiore, di scegliere un software di fatturazione elettronica.

Si tratta di un apposito programma che genera la fattura in XML (il linguaggio informatico richiesto dalla normativa) e la invia al Sistema di Interscambio o SDI (che esamina la fattura e la recapita al destinatario).

Molti di questi software sono accessibili a tutti, sia come semplicità d’uso, sia in termini di costi. Se non sai quale scegliere, interpella lo Studio e ti potremo aiutare nella scelta, spiegandoti i vari costi.

Una volta deciso il software, è giunto il momento compilare la fattura.

Inserisci le informazioni sul mittente (la tua Partita IVA)

Indica:

  • Nome della ditta/denominazione/ragione sociale, nome e cognome, indirizzo
  • Numero di partita IVA

Inoltre, configura il tuo profilo di fatturazione con:

  • Regime fiscale (RF02 per Contribuenti minimi o RF19 per Regime Forfettario)
  • Cassa previdenziale, ad esempio: Cassa di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti (INARCASSA), Cassa di previdenza e assistenza geometri (CIPAG), cassa di previdenza e assistenza forense, etc.

Utilizzando alcuni software, non dovrai ripetere sempre queste operazioni: ti basterà impostare i dati solo la prima volta, per poi averli applicati in automatico a tutte le fatture successive.

Inserisci i dati del destinatario (il cliente/consumatore) - di lui dovrai specificare:

  • Nome della ditta/denominazione/ragione sociale, nome e cognome, indirizzo
  • Numero di partita IVA
  • Codice destinatario o codice univoco
  • Questo è il primo dato che differenzia la fattura elettronica da quella cartacea.
    È un codice che identifica il destinatario della fattura e aiuta il Sistema di Interscambio a recapitare la fattura; ha 6 cifre se il destinatario è un’azienda o un libero professionista, oppure 7 se si tratta di una Pubblica Amministrazione. Invece, se stai emettendo fattura verso un privato senza partita IVA, dovrai inserire nel campo “CodiceDestinatario” il codice convenzionale “0000000” (7 zeri) e specificare solo ed esclusivamente il “Codice Fiscale”. Per trovare il codice univoco potrai:
    • chiederlo direttamente al cliente,
    • cercarlo nelle banche dati (come il portale IPA nel caso delle Pubbliche Amministrazioni),
    • digitare la ragione sociale e lasciare che sia il software a ricercare tutti gli altri dati, come avviene in alcuni software avanzati
  • PEC: in alternativa al codice destinatario, puoi indicare l’indirizzo di PEC del cliente.

Una volta impostati i dati, li potrai salvare in rubrica e inserire con un clic nelle fatture successive indirizzate allo stesso destinatario: risparmierai tempo e ridurrai il rischio di errori.

Compila i dati della fattura:

  • Numero progressivo: in molti casi è il software stesso a suggerire il numero, tenendo il conteggio, così da prevenire gli errori di numerazione.
  • Data
  • Prodotti e servizi: con unità vendute, prezzo e natura IVA N2.2 (prodotti o servizi non soggetti ad IVA, in quanto il regime forfettario è esente dall’applicazione dell’IVA). Anche qui puoi impostare i dati la prima volta, salvarli in un listino e inserirli in pochi secondi nelle fatture seguenti.
  • Dati di pagamento

Poi è necessario indicare l’imposta di bollo virtuale

Sulle fatture di importo superiore a 77,47€ i forfettari devono applicare l’imposta di bollo di 2€, come da regola generale. L’imposta di bollo in fattura elettronica deve essere indicata tramite la valorizzazione a “SI” del campo “Bollo Virtuale”.

Al termine di ogni trimestre solare, all’interno della tua area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate, troverai un elenco delle fatture assoggettate all’imposta di bollo e l’importo da versare tramite indicazione dell’IBAN o modello F24. Di cio’ si interesserà il tuo commercialista.

Ricorrendo all’imposta di bollo virtuale, ti basterà specificare l’apposizione all’interno della fattura e procedere al versamento del corrispettivo di tutti bolli in un secondo momento e con un’unica operazione.

Aggiungi le diciture obbligatorie

Infine, come nelle fatture cartacee, ricordati di inserire le diciture obbligatorie:

  • Operazione senza applicazione dell’IVA, effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, l. n. 190 del 2014 così come modificato dalla l. n. 208 del 2015 e dalla l. n. 145 del 2018”.
  • Operazione non soggetta a ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’articolo 1, comma 67, l. n. 190 del 2014 e successive modificazioni

Firma e invia la fattura al Sistema di Interscambio

Una volta compilata la fattura, la dovrai:

firmare, tramite firma digitale

inviare al Sistema di Interscambio.

In alcuni software basta un clic per compiere entrambe le operazioni. Mentre si compila una fattura, può capitare di commettere errori. Te ne puoi accorgere subito, oppure quando l’hai già inviata. Non preoccuparti, nulla è perduto: ogni errore ha una sua possibile soluzione. Il nostro Studio è a tua disposizione per aiutarti.

Per ricevere le fatture elettroniche

Adottando un software di fatturazione elettronica, puoi, con l’aiuto del tuo commercialista:

  • creare, inviare, ricevere e registrare le fatture da un unico programma;
  • consultare lo storico delle fatture che hai ricevuto da un fornitore;
  • mantenere le fatture elettroniche in conservazione sostitutiva e non doverle più stampare, né archiviare nei faldoni.

Tramite il software potrai connettere il tuo commercialista all’account, al fine di farti aiutare nei controlli e nella ricezione e negli invii delle fatture.

Lo Studio resta a disposizione per ogni spiegazione in merito.

 

Studio commercialista Firenze

Consulenza tributaria italiana che internazionale, consulenza e organizzazione aziendale

Lo Studio è stato fondato nel 1992 da Andrea Martini,  iscritto al numero 684 dell'Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili categoria A (Albo Iscritti) del Circondario del Tribunale di Firenze, nonchè Revisore Contabile, iscritto con D.M. 27.07.1999, pubblicato nella G.U. supplemento n. 77 IV Serie Speciale del 28.09.1999, n. del Registro 86763.

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